venerdì 8 dicembre 2017

La Nuova CML è la storia della famiglia Casonato a Cimadolmo



Ci ricordiamo bene il 1993, anno nel quale Rolando Anzanello,giornalista e scrittore, storico
collaboratore de La Tribuna di Treviso, direttore dei settimanali locali Gente a Nordest e
Comunità, corrispondente del quotidiano L’Indipendente fondato da Vittorio Feltri, dedicava
alla storia umana e imprenditoriale di Mario Pio Casonato una intera pagina del suo giornale.

La CML nasce nel 1978 dal fondatore Mario Pio Casonato come meccanico manutentore
per poi specializzarsi nelle attrezzature per le troticolture.
L’azienda evolve nel 1986 con la trasformazione in società SNC e l’ingresso del primogenito,
Ci ricordiamo bene il 1993, anno nel quale Rolando Anzanello,giornalista e scrittore, storico
collaboratore de La Tribuna di Treviso, direttore dei settimanali locali Gente a Nordest e
Comunità, corrispondente del quotidiano L’Indipendente fondato da Vittorio Feltri, dedicava
alla storia umana e imprenditoriale di Mario Pio Casonato una intera pagina del suo giornale.

La CML nasce nel 1978 dal fondatore Mario Pio Casonato come meccanico manutentore
per poi specializzarsi nelle attrezzature per le troticolture.
L’azienda evolve nel 1986 con la trasformazione in società SNC e l’ingresso del primogenito,
 per poi completarsi con l’entrata del quarto figlio nel 1996. Dopo un crescente sviluppo in vari settori la decisione di creare la NUOVA CML S.r.l. nel 2009 gestita dai 4 fratelli Casonato.

L’articolo di Anzanello viene a legittimare una storia di laboriosità, di impegni e sacrifici,
per altro segnati dal successo produttivo e commerciale.
Certamente quel che non è mai mancato alla famiglia Casonato è la creatività e il ‘geniaccio’
imprenditoriale, insieme ad un corredo di valori mai dimenticati.

Ad oggi la società risponde alle più svariate richieste di automazioni e forniture in più settori : edilizia impermeabilizzazioni automazioni prototipi in genere ; settore vitivinicolo energie rinnovabili arredo urbano interno arredo urbano esterno...

“Abbiamo- ci dicono i fratelli-, un parco macchine efficiente e moderno, macchine
attrezzate con componenti selezionati e forniti dalle migliori marche sul mercato. tutte le realizzazioni subiscono un attento controllo qualità, sia nel corso delle lavorazioni sia
durante l’assemblaggio.È così che possiamo garantire la qualità totale della produzione,
riuscendo quindi a dare adeguata soluzione alle aspettative del mercato e alle richieste
del cliente, al quale garantiamo anche assistenza dopo la vendita del prodotto.
I pezzi di ricambio vengono consegnati in tempo immediato; il nostro magazzino è
molto fornito, capace di soddisfare le richiese in ogni momento.
Come Nuova Cml srl dedichiamo un grande impegno ad ogni fase della lavorazione,
dalla consulenza iniziale al progetto alla produzione e alla fase post-vendita. Siamo
impegnati anche nella ricerca delle migliori condizioni di lavoro: l'area produzione è
dotata di sicurezze elettriche e meccaniche, l’emissione polveri è contenuta, il livello
di rumorosità molto basso.”

E, da queste parole, il pensiero ci corre a quella mitica intervista al Fondatore. Se la
laboriosità della gente veneta è storica e proverbiale, qui, a Cimadolmo, con i Casonato,
si è fatta semplicemente valore.
Così va bene !

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sabato 2 dicembre 2017

I buoni vini dell'azienda agricola Dino Lorenzon a Negrisia di Ponte di Piave



Le Terre del Piave sono state scelte dai comunicatori e dai giornalisti di Borghi d'Europa
quali terre 'capofila' delle iniziative di informazione che la rete internazionale sviluppa
per il progetto dei 'Percorsi Internazionali'.
Dino Lorenzon ha lasciato ad Anna ed Omar una azienda agricola in salute.
L’azienda è situata a Negrisia di Ponte di Piave, a pochi passi dal fiume Piave.
“Da oltre 50 anni coltiviamo nei nostri vigneti, con scrupolosa cura e innata passione ,
un’ ottima uva, dalla quale otteniamo,unendo sapientemente tradizione, innovazione e
dedizione, dei grandi vini ,che proponiamo con attento e scrupoloso servizio,sia in
bottiglia che sfusi.”
Il dialogo scorre veloce : notiamo in Anna e Omar una schiettezza d'altri tempi, quasi
che il lavoro della terra donasse loro uno spirito diverso, più disponibile e, al contempo,
meno incline alle perdite di tempo.
“I nostri vigneti, coltivati nel massimo rispetto della natura e delle rigide norme
comunitarie, sono situati in tre zone ben distinte: Negrisia, con un predominate fondo
ghiaioso abbinato ad un deposito argilloso lasciato dalle frequenti esondazioni del
fiume Piave; Campodipietra, con fertili e interminabili campagne, dal terreno
limoso-argilloso, ricco di fosforo e potassio, da sempre un territorio ad altissima
vocazione viticola. Zenson di Piave, terreno argilloso e fertile, dalla buona presenza
di caranto, a pochi passi dal fiume Piave.Da queste terre otteniamo vini bianchi freschi,
delicati e profumati, vini rossi sapidi e corposi, testimonianza diretta di una cultura enogastronomica molto importante del Veneto. “
La cura dei vigneti, la lavorazione artigianale in cantina, danno poi i risultati di
vini eccellenti.
In questa zona,per molti anni ( è bene ricordarlo), si producevano quantità enormi
per ettaro, proponendo poi in tavola vini dalla qualità decisamente scadente. E' proprio
grazie alle aziendecome questa che l'enologia del Piave ha saputo risollevare la testa,
arrivando ad esprimere compiutamente il terroir d'origine.
Avvicinatevi pure ai bianchi giovani (chardonnay,pinot grigio, l'intrigante manzoni,
il sauvignon,il verduzzo dorato),ai frizzanti spumanti (moscato giallo spumante millesimato,prosecco frizzante doc, prosecco extra dry doc), ai rossi nelle diverse
declinazioni (Merlot,Refosco dal Peduncolo Rosso,
canbernet frane malbech ; i frizzanti moresco e raboso rubino; gli speciali rossi
Decaranto, Principe rosso e Carmenere dop), ai rosati. Coglierete in ciascuno di essi
quella passione che solo la storia sa conferire ai vini di madre natura.
Se il grande Gino Veronelli potesse degustare in piedi, magari direttamente dalle vasche,
questi nettari,annuirebbe, con poche parole : “ questi sono i vini del Piave del mio
previlegio!
Che dire di più ?
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sabato 25 novembre 2017

Milanese srl di Bertiolo del Friuli nel progetto internazionale Borghi d'Europa



I giornalisti e i comunicatori della rete internazionale Borghi d'Europa hanno invitato
l'azienda Milanese srl di Bertiolo del Friuli a partecipare al progetto Aquositas,Le Vie
d'Acqua, che impegna sei Paesi Europei ( Italia,Austria,Croazia,Slovenia, Canton
Ticino,Spagna), alla scoperta di luoghi e territori 'inediti'.
Il progetto prevede la realizzazione di stages di informazione e la produzione di materiali
didattici da donare alle comunità scolastiche, materiali che sono il 'risultato' delle
interviste realizzate nel corso degli stages stessi.
In particolare, proprio in questi giorni, Borghi d'Europa stà presentando la campagna di
conoscenza dei pesci d'acqua dolce, trota in primis.
L'Azienda Milanese srl e’ presente sul mercato dal 1953. Produce e commercializza una
vastissima gamma di attrezzature per l’acquacoltura, che esporta in ben 40 paesi di
tutto il mondo. Inoltre progetta e costruisce su misura sistemi di automazione per
l’allevamento del pesce.
L'azienda è stata coinvolta nel progetto quale 'partner di informazione', assai prezioso, vista
la sua esperienza pluriennale ed internazionale .
Hanno accompagnato questo primo viaggio del gusto anche FriullTrota di San Daniele del Friuli ;
la Troticoltura Santa Cristina di Quinto della famiglia Bresciani (Parco del Sile) e l'Itticoltura Tonini di Saletto di Piave.

lunedì 14 agosto 2017

Borghi d'Europa nella Sinistra Piave /5

Borghi d'Europa : Santa Maria di Piave



Santa Maria del Piave era un ospedale-monastero cistercense nell'attuale provincia di Treviso. In origine sorgeva presso l'omonima frazione di Mareno di Piave (l'antica località Talpon) e in seguito fu riedificato nella vicina Lovadina di Spresiano.
Borghi d’Europa ne ripropone la storia, all’interno del viaggio nelle Terre della Piave.

Il monastero si trovava in un'area assai battuta dai traffici, presso una zona di guadi posta sul medio corso del Piave e all'incrocio tra le strade Ungaresca e Alemanna. Compito dell'istituzione era infatti dare ospitalità a mercanti, pellegrini e viandanti in genere che vi transitavano.
Santa Maria del Piave sarebbe stata fondata (o rifondata) attorno all'anno Mille e in origine fu gestita da una congregazione diversa dai cistercensi. La sua importanza era cresciuta all'epoca delle crociate, con l'aumento dei pellegrinaggi verso la Terra Santa. In concomitanza, nobili ed ecclesiastici ne avevano accresciuto le ricchezze attraverso donazioni, mentre vari ordini militari e lo stesso pontefice ne avevano garantito la protezione. Da Santa Maria dipendevano varie chiese poste lungo il Piave e il Livenza.

Nel 1229, essendo il complesso decadente sia dal punto di vista materiale che spirituale, papa Gregorio IX lo affidò ai cistercensi dell'abbazia di Follina, scelta che risultò felice per un certo periodo. A determinare la fine dell'istituzione furono però altri eventi: la diminuzione dei pellegrinaggi, le razzie degli eserciti di passaggio e, soprattutto, le disastrose piene del Piave. Significativa fu quella del 1368, quando il fiume mutò il suo corso e il monastero finì per trovarsi nel mezzo di un'isola. Poiché il Piave fungeva (e funge tuttora) da confine fra le diocesi di Ceneda e di Treviso, l'istituzione passò dal controllo dell'una all'altra.

Alle inondazioni si aggiunse la decadenza spirituale. Distrutto da un'altra terribile ondata, nel 1459 l'abate commendatario Venceslao da Porcia lo fece ricostruire sulla sponda destra, presso Lovadina. Tuttavia la mancanza di monaci portò, alla fine del XV secolo, all'unione con il monastero femminile di Santa Maria degli Angeli di Murano.

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Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

PIER ANGELO PASSOLUNGHI. Studiosoe ricercatore di storia veneta,esperto di storia religiosa per cui collabora a varie riviste nazionali, ha curato varie pubblicazioni, in particolare di Storia
e Bibliografia della Sinistra Piave.





"....S. Maria del Piave, antico ospedale sorto presso un'importante zona di guadi
sul medio corso del fiume.
Inizialmente si trattò di una chiesa con funzioni ospedaliere affidata ad una
comunità di cui non si conosce la regola professata. Nato o rinato attorno al
Mille nel fervore della ripresa religiosa e commerciale,fra i suoi compiti c'era
l'ospitalità a viandanti,pellegrini e mercanti che guadavano il Piave.
Sorto all' incrocio tra le vie ungarica e alemanna presso un boschetto di pioppi in località (appunto) Talpon non distante da Mareno, l'ospedale aveva accresciuto la propria importanza all'epoca delle Crociate allorché si era trovato sul percorso via terra per la
Palestina. Nel 1120 i conti di Treviso, di Colfosco, di Ceneda ed i signori da Montaner ne
avevano congiuntamente fatto oggetto di importanti donazioni e ben presto, a garantirne la protezione dagli appetiti degli ordini militari che ne avevano tentato il rilevamento, erano arrivate le bolle di protezione papale. Fra le chiese dipendenti per lo più dislocate lungo il Piave che papa Lucio III nel 1177 aveva posto nel patrocinioapostolico, ne figuravano
pure alcune presso il Livenza: si trattava in quest'ultimo caso delle cappelle di
Santo Stefano di Meschio (Pinidello) e San Gottardo di Cordignano.
Poichè agl'inizi del Duecento, l'ospedale risultava in piena decadenza spirituale
e materiale, nella primavera del 1229 papa Gregorio ne aveva disposto la
riforma, affidandolo al controllo dell'abate di Follina. L'arrivo di monaci del non
distante monastero della pedemontana produsse gli effetti desiderati, inducendo
quelli che vi vivevano già ad accettare la regola cistercense tanto che ben presto
la casa plavense potè riprendersi.
La perdita d'importanza rispetto ai flussi verso la Terra Santa del secolo
precedente e i distruttivi passaggi d'eserciti dovuti alle continue guerre che tra
Due e Trecento coinvolsero la Marca gravando sui guadi, finirono però col farsi
ben presto sentire in forma negativa. I maggiori danni venne però ad arrecarli il
Piave con le sue piene distruttive: nel 1368 un' onda del fiume più violenta del solito
completamente circondò l'area ove sorgevano le fabbriche, riducendolo ad isola.
Sorto in diocesi di Ceneda sulla sponda sinistra, il monastero si trovò così in
mezzo al guado, tanto che finì col venir indicato appartenere ora alla diocesi di
Ceneda, ora a quella di Treviso. Colpito da ulteriori inondazioni, ed ormai in
piena crisi vocazionale, a metà Quattrocento subì una pesantissima distruzione
che lo abbattè dalle fondamenta. Il commendatario Venceslao da Porcia ne
ricercò nel 1459 pronta riedificazione presso la più sicura riva destra a
Lovadina, ma essendo le nuove fabbriche rimaste vuote per mancanza di
monaci, a fine secolo il suo beneficio economico venne unito alle monache di S.
Maria degli Angeli di Murano."

sabato 29 aprile 2017

La Pasticceria Cuccato di Montagnana alla Festa del Prosciutto Veneto





Il Comitato Padova in Cucina dell’Associazione l’Altratavola ha disegnato in modo definitivo
la rete delle iniziative di informazione di Borghi d’Europa nel territorio della Bassa Padovana,
di Vigonza e del centro cittadino.
Si tratta di una serie di incontri alla ricerca degli inediti del buon e bello vivere, che costituiranno
la base per la realizzazione di almeno dieci puntate della trasmissione L’Italia del Gusto.
Nella Bassa Padovana le iniziative ricominciano da Montagnana, ove dal 19 al 28 maggio si terrà la tradizionale Festa del Prosciutto Veneto berico euganeo dop .
La prima trasmissione riguarderà la Pasticceria Cuccato, che partecipa come ogni anno alla
manifestazione, con la presenza all’interno dello Stand, per proporre le proprie specialità.

mercoledì 22 marzo 2017

Da Bazzichet, ovvero Monicapoz



La scelta della Osteria Bazzichet a Giavera del Montello per la realizzazione di uno stage
d’informazione di Borghi d’Europa si motiva con grande semplicità : un luogo storico, dove
si andava nei tempi ruggenti, per un piatto di sopressa e di funghi chiodini.
Monica ha riaperto l’antica osteria, con una grinta degna di altri tempi e una ispirazione cucinaria
legata indissolubilmente alla tradizione.
Così la provocazione di un comunicatore di chiedere sopressa e chiodini in inverno, si è meritata
una giusta risposta : “ fuori stagione, niente chiodini, non siamo quelli dei chiodini tutto l’anno!” .

Poi il coniglio ( rigorosamente del Montello), interpretato alla grande, come da tempo non capitava.
Le paste fatte in casa (quei bigoli….), lo spiedo, i vini di pronta beva. Insomma tutto ciò che fa
della cucina un’arte su misura.
Da annotare e ricordare !